Storia del complesso di Villa Visconti Borromeo Litta
Sorprendere il visitatore, divertendolo, fu l'intento dell'ideatore del complesso, il conte Pirro I Visconti Borromeo, che, nella seconda metà del XVI secolo, ampliò un possedimento, destinato a ‘riposteria’ di prodotti agricoli, iniziandone la trasformazione in villa di rappresentanza. Cultore d'arte, Pirro ridefinì architettura e decorazione del corpo residenziale, impostò il giardino e ideò il Ninfeo, progettato da Martino Bassi e concepito per esporre una collezione di dipinti, sculture e 'curiosità', oltre che per 'animare' i celebri scherzi d'acqua. Camillo Procaccini, autore dei mosaici dalla particolare tecnica in ciottoli colorati, e il Morazzone, che dipinse - con illusionistico 'sotto in su' - il Mercurio dell'atrio d'ingresso, parteciparono alla realizzazione della dimora che divenne presto autentica "villa di delizia", cornice ideale per feste e ricevimenti, luogo per ospitare scrittori e sovrani di passaggio per Milano.
Fino agli anni '20 del Settecento la villa mantenne un impianto invariato: sarà Giulio Visconti Borromeo Arese, ultimo erede della dinastia, a costruire il "Quarto nuovo", a chiusura della corte d'ingresso, con una sala da ballo al piano nobile.
Le facciate del ninfeo furono 'reinventate' nella seconda metà del Settecento, per volere del marchese Pompeo Litta, nipote di Giulio, che avviò la sistemazione scenografica del parco, con fontane monumentali, e affidò a Giuseppe Levati, pittore prospettico dell'Accademia di Brera, la decorazione della sala da pranzo, con stucchi e affreschi su volte e pareti.
L'ultimo atto nel disegno del giardino si colloca all'inizio del XIX secolo: l'inserimento, come dettava la "moda" del tempo, di un boschetto paesaggistico, all'inglese, opera di Luigi Canonica.
I primi restauri e la riattivazione dei giochi d'acqua si devono ad Alberto Toselli che rilevò la proprietà nel 1932; è solo, però, in seguito all'acquisto da parte del Comune (1971) e agli interventi di recupero del Ninfeo dopo un lungo periodo di abbandono, che le 'sorprese' della villa riprendono a stupire visitatori di ogni età.