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La Rinascita del Colore. Mostra di Gianfranco Malchiodi

La Rinascita del Colore. Mostra di Gianfranco Malchiodi

La Rinascita del Colore. Mostra di Gianfranco Malchiodi
21 settembre - 20 ottobre
Villa Borromeo Visconti Litta  
Ingresso libero

Orari:
da martedì a venerdì   16.00-19.00
Sabato, domenica e Festivi   10.00-12.30    15.00-20.00.

Possibilità di visite guidate su appuntamento per scuole da concordare con l’artista (333.38769279.

 Inaugurazione: 21 settembre ore 17-21

 

L'ARTISTA
Gianfranco Malchiodi nasce il 25 ottobre 1952 a Ferriere (PC), fra la Liguria e l'Emilia. I suoi genitori sono originari di queste zone e la sua gente è gente di montagna, contadini ed allevatori della Val D'Aveto, valle raccontata anche dallo scrittore e pescatore Hemingway per le sue ricchezze di fauna e di flora e per i suoi straordinari paesaggi incontaminati.

Gianfranco trascorre la primissima infanzia a stretto contatto con questa natura di singolare bellezza, come la descrive Hemingway, ma deve ben presto misurarsi con una realtà completamente diversa.

Il padre Gino riesce ad avere l'opportunità di ottenere un impiego come custode del Nosocomio Psichiatrico "Ugo Cerletti", così tutta la famiglia si trasferisce a Parabiago. E' il 1955. Gianfranco è un bambino vivace e curioso, che non ha paura dei malati, ma anzi li cerca e li frequenta, e diventa il loro beniamino.

Con il passare degli anni maturerà nell'artista una spiccata sensibilità nei confronti degli emarginati e dei più deboli, che spesso saranno protagonisti nelle sue opere. Significativa in tal senso "Gli Emarginati", esposta presso la biblioteca di Parabiago.
Durante le vacanze estive, i genitori mandano il piccolo Gianfranco dai nonni, in montagna, ad aiutare nel lavoro nei campi e con gli animali, le galline, le mucche ed i magnifici buoi da esposizione del nonno materno. Non pochi sono gli accenni dell'artista a quei ricordi fanciulleschi.

 In città Gianfranco, anziché studiare, preferisce apprendere con l'esperienza e con i rapporti personali. Non sopporta di essere costretto a studiare per interi pomeriggi, si sente in prigione, e sfoga le proprie energie represse disegnando. Le sue fantasie prendono forma, la sua creatività si sfoga. Però è proprio grazie alla scuola che la creatività di Gianfranco trova il suo mezzo espressivo più adatto. Di fondamentale importanza è l'incontro con l'insegnante di educazione artistica, che incoraggia Gianfranco nelle sue innate attitudini verso l'arte e gli fornisce strumenti e nozioni tecniche.  L'insegnante avvicina l'allievo all'arte del graffito; ed è proprio nel "graffio" che il giovane trova lo strumento che gli permette di "togliere la patina" dal grigiore quotidiano e scoprire un mondo nuovo, il regno del colore.

La pittura rimane un elemento costante, nonostante la sottrazione di tempo ed energie da dedicare  alla carriera lavorativa come impiegato presso i laboratori del Presidio Multizonale di Milano e successivamente come funzionario amministrativo all'Ospedale di Legnano, dove tutt'oggi si possono ammirare diverse sue opere, tra tutte "I girasoli", donato per il centenario del'Ospedale, e "Iris" donato anch'esso, per il Progetto di Umanizzazione.

 

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